L'IMPERO DEL VAMPIRO DI JAY KRISTOFF

 


"E al cospetto di Dio e dei suoi Sette Martiri,
io qui giuro,
Che il buio conosca il mio nome e disperi.
Finché brucia, io sono la fiamma.
Finché sanguina, io sono la lama.
Finché pecca, io sono il santo.
E sono argento."
IL VOTO DI SANTA MICHON

Sono passati ventisette lunghi anni dall'ultima alba. I vampiri hanno costruito il loro impero eterno. Gabriel de León, metà uomo, metà mostro e ultimo dei Santi d'Argento, è tutto ciò che si frappone tra il mondo e la sua fine.
Imprigionato dai mostri che ha giurato di distruggere, è costretto a raccontare la sua storia.
Una storia di battaglie leggendarie e amore proibito, di fede perduta e amicizie trovate, della guerra del Re Sempiterno e della ricerca dell'ultima speranza rimasta all'umanità: il Sacro Graal.



[Gabriel de León, illustrazione di Bon Orthwick]

Non avevo mai letto nulla di Jay Kristoff prima di questo romanzo, il primo di una saga dark fantasy che vedrà l'uscita dell'attesissimo secondo volume "L'impero dei Dannati" tra pochi giorni, il 9 aprile.
   Attirata dalla trama non sapevo cosa aspettarmi esattamente. I vampiri sono figure leggendarie usate e abusate in letteratura da almeno due secoli, temevo si potesse rivelare un flop sotto molti aspetti.
Timore che ha iniziato a sbiadire già dalle prime righe, prima ancora di addentrarmi nella storia che Gabriel è costretto a raccontare al vampiro Jean-François della stirpe dei Chastain, rinchiuso in una stanza situata nella parte più alta di una torre solitaria.
Mi sono innamorata della scrittura di Kristoff e del suo modo di narrare: un'esperienza di lettura sublime, totalizzante, completa.
   L'espediente narrativo dell'intervista ricorda "Intervista col vampiro" di Anne Rice, ma questa volta a intervistare è il vampiro e l'intervistato è un uomo, almeno per metà. UDITE, UDITE! Tornano i vampiri cattivi, spietati, non morti che non presentano sentimenti tipici degli umani. Insomma se siete amanti di Twilight e affini qui non troverete vampiri dal cuore tenero. Si presenteranno gelidi come la morte stessa, assetati, seducenti e belli come statue di marmo. Inevitabile pensare alla figura del vampiro regalata dalla Rice con Lestat de Lioncourt, Louis de Pointe du Lac, la loro amata Claudia e l'antico Armand. Però i non morti non sono tutti così, Kristoff ha disegnato per loro regole ben precise, destini dai quali non si può sfuggire, non c'è un deus ex machina che viene in soccorso per sistemare una situazione disastrosa.
   Non c'è nulla di poetico nell'aggirare la morte.


   Contro il male che dilaga negli anni del Sine Die ci sono i Santi d'Argento dell'Ordo d'Argent, figure leggendarie e temibili che ho trovato anche più affascinanti dei vampiri. Si addestrano in un luogo isolato, una roccaforte inespugnabile che custodisce i loro segreti e non solo quelli: il monastero di Santa Michon.

[Manogrigia e Aaron de Coste, Santi d'Argento]


   Un mondo che vive sotto un sole velato che ha permesso ai vampiri di non temere il giorno, uomini che lottano per la sopravvivenza ed eroi che non sono perfetti, anzi, forse sono più dannati dei dannati stessi eppure nelle loro mani c'è il destino dell'umanità.
   Un viaggio della speranza, con inseguitori terrificanti alle calcagna che mi hanno ricordato il viaggio della Compagnia dell'Anello: una missione di vitale importanza da portare a termine anche a costo della vita. 
   Gabriel ci racconta di come è diventato una leggenda e di come sia andato tutto storto. Amori proibiti che non vogliono piegarsi alle regole, l'onore di chi si è votato a una causa, ribellione contro ciò che non si comprende, intrighi e segreti, amicizie che superano gli anni, coraggio, tormento, dolore, perdita, vendetta e valori antichi, forse per molti dimenticati se non addirittura obsoleti, che danno un senso alla vita ed anche alla morte.
La capacità di opporsi alle tenebre, trovare una via da seguire, tentare fino a che si ha fiato nei polmoni.

"L'unico paradiso che ho trovato in questo in questo inferno è stato nelle persone che ho amato. Amici. Famille. Perciò devi continuare a pensare il meglio della gente, malgrado tu veda il peggio di noi. Aggrappati al fuoco che hai dentro. Perché ti farà brillare. E quando si estinguerà, sarà per sempre. Sappi che commetterai errori, Che il tuo cuore si ferirà...diavolo, potrebbe perfino spezzarsi. Ma non rinchiuderlo nel petto. Rivolgi il tuo cuore al fottuto mondo."

Un racconto lungo una notte dal tramonto all'alba che mi ha conquistata totalmente. Diviso in sei libri, Gabriel non segue un ordine cronologico, la narrazione viaggia su due piani temporali: il suo periodo a Santa Michon e il "dopo". Non è confusionario, il vampiro Jean François - nel presente - ci viene in aiuto ogni qualvolta Gabriel si prende una pausa per portare il suo racconto dove vuole lui, in base a ciò che è pronto ad affrontare emotivamente.

Jay Kristoff prende ispirazione dalla tradizione cristiana piegandola alla storia che ci vuole tramandare.
Una miscela di elementi che funziona, un lavoro stupendo di un autore che non conoscevo nonostante il successo ottenuto con altre sue opere (che ora sto recuperando pian piano) e che adesso rientra tra i miei preferiti.

Una storia di speranza nonostante tutto, anche quando tutto sembra perduto e ti senti schiacciare da un peso insopportabile: non bisogna mollare mai.
 
Se fossi costretta ad usare una sola parola per descriverlo, userei: EPICO.

EDIZIONE ILLUSTRATA CON 36 TAVOLE (PIù UNA TAVOLA INEDITA) DI BON ORTHWICK
E UN CAPITOLO EXTRA (formato paperback)

Titolo: L'IMPERO DEL VAMPIRO
Autore: JAY KRISTOFF
Editore: MONDADORI, Oscarvault
Collana: Oscar Fantastica
1002 pagine





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